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Tratta da Il Fatto Quotidiano Tratta da Il Fatto Quotidiano
09
Lug
2018

Accordo Macedonia-Grecia

A cura di Martina Catini

 

Accordo Macedonia-Grecia

Ieri il Parlamento macedone ha ratificato per la seconda volta l'accordo preliminare sul cambio del nome della Macedonia in Repubblica di Macedonia settentrionale, che è stato ufficialmente firmato con la Grecia in un incontro sul versante greco del Lago di Prespa, il 17 giugno. A questo riguardo, infatti, alla presenza dell'Alto rappresentante UE Federica Mogherini e del Commissario europeo all'allargamento, Johannes Hahn, i due primi ministri, rispettivamente della Macedonia, Zoran Zaev, e della Grecia, Alexis Tsipras, hanno siglato il documento d'intesa, dopo il voto favorevole arrivato dal Parlamento greco. L'Alto rappresentante dell'UE si è espressa così in occasione della firma dell'accordo: '(l'accordo di oggi) è un esempio e un modello per gli altri leader dei Balcani occidentali. Qualsiasi controversia si può risolvere con il dialogo'. Questo incontro storico contribuisce a chiudere definitivamente una disputa tra i due paesi, sorta quando, nel 1991, la Repubblica di Macedonia dichiarò con tale nome la sua indipendenza dalla Jugoslavia. La Grecia si è sempre opposta all'adozione di tale denominazione, che richiamava una delle sue regioni settentrionali, un tempo culla dell'impero di Alessandro Magno il Macedone, ritenendo che la 'Macedonia' appartenesse esclusivamente al patrimonio culturale e storico ellenico. Atene temeva infatti che il paese vicino potesse far valere delle pretese territoriali nei suoi confronti, anche se Skopje assicurò di non avere nessuna aspirazione sui territori greci, inserendo nella propria costituzione un emendamento ad hoc. Nonostante ciò, la Grecia ha fino ad ora bloccato la richiesta della Macedonia di adesione alla Nato e all'Unione Europea e ha consentito al suo vicino di entrare a far parte delle Nazioni Unite solo tramite l'adozione della denominazione provvisoria dell' 'Ex repubblica jugoslava della Macedonia' (Fyrom). Attualmente la Macedonia si dimostra ben disposta a negoziare con la Grecia sul proprio nome, per assicurarsi un posto nell'UE (anche nella NATO) e, ieri, dopo l'intesa preliminare tra i due paesi, si è svolta per la seconda volta, in seno al Parlamento macedone, la votazione per l'approvazione della modifica della denominazione, con 69 voti a favore su un totale di 120 deputati che compongono il Parlamento. I rappresentanti dell'opposizione hanno lasciato l'aula durante la votazione in segno di protesta contro l'accordo, visto che, in base alla Costituzione, se il parlamento ratifica una legge per una seconda volta, il presidente della Repubblica non può esimersi dal firmarla. Già, subito dopo l'incontro tra i due paesi, il presidente conservatore della Macedonia, Gjorgje Ivanov, aveva già affermato di non voler firmare il documento d'intesa, definendolo incostituzionale e nocivo per gli interessi del paese. Comunque, se anche il Presidente dovesse sottoscrivere l'accordo, all'interno del Parlamento greco le forze politiche nazionaliste potrebbero vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad ora e che eventualmente verranno fatti, esprimendo opposizione all'eliminazione del veto all'ingresso della Macedonia nell'UE.

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